Parrocchia, da tempio a tenda

Parrocchia Missionaria

La parrocchia ha davanti realtà inedite e deve affrontare un sempre più diffuso “paganesimo post-cristiano”.


La parrocchia, che pure è una entità dalla tradizione quasi bimillenaria, ha davanti realtà inedite e deve affrontare un sempre più diffuso “paganesimo post-cristiano”.

Tutte le analisi portano alla stessa conclusione: è tempo di missionarietà! Anche la Quaresima ci ricorda che noi siamo chiamati ad essere come profeti di Dio in una città pagana, come tanti Giona invitati ad accogliere la proposta di Dio e poi inviati a portare la Parola del Signore anche in contesti di idolatria. Chi si sente parte della parrocchia - la cellula per eccellenza del tessuto ecclesiale - in questo inizio di millennio e in questo tempo nuovo per la Chiesa diocesana è direttamente interpellato.

Finora la parrocchia è stata un luogo di crescita spirituale per chi aveva già la fede, e si è guardato poco oltre. Adesso bisogna percorrere anche altre vie: siamo nella fase del passaggio dalla pastorale del “tempio” a quella del “territorio”: bisogna gettare lo sguardo oltre la comunità visibile dei fedeli, per andare incontro a chi dalla fede è apparentemente lontano.

Una missione nuova, che parte da due punti fermi. Anzitutto la conservazione della identità fondante del suo essere una Chiesa particolare che, affidata ad un presbitero quale suo proprio pastore e sotto l’autorità del vescovo diocesano, è chiamata ad annunciare il medesimo vangelo: una comunità di fede, quindi, strutturata organicamente e gerarchicamente nella Chiesa.

Inoltre, all’opera missionaria va preceduta una preparazione sapiente all’annuncio evangelico - a Giona non fu chiesto di convertire subito i Niniviti al Dio di Israele, ma di portarli prima di tutto ad una conversione del cuore - e sempre mirata a far risplendere fra gli uomini il mistero di Cristo crocifisso e risorto.

Per trasmettere la fede oggi bisogna studiare come svolgere il primo annuncio, con quali contenuti, stile, destinatari per orientare ogni comunità verso veri e propri itinerari educativi specifici.

Se fino a ieri l'iniziazione cristiana era per la fascia 8-12 anni, oggi la missione è comunicare il vangelo a chi non l’ha mai ascoltato.

Dare a tutta la vita quotidiana della Chiesa una chiara connotazione missionaria, impegnarsi per una forte qualità formativa nell’evangelizzazione e nella catechesi, guardare al vangelo come ad una “notizia di gioia e di speranza” da comunicare a tutti gli uomini per favorire una fede adulta e pensata: queste sono le linee direttrici per la missione che compete alla Chiesa, nella certezza che annunciandola agli altri, si ravviva la nostra!


 

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